Quella che vogliamo raccontarvi oggi è la storia del Monferace. Monferace è l’antico nome del Monferrato nonché il nome del vino di cui vogliamo parlarvi. Ma è soprattutto un progetto ambizioso, insolito ed accattivante. Assolutamente nelle nostre corde. Lo abbiamo scoperto una mattina d’autunno durante una degustazione alla Tenuta Tenaglia. Sabine Ehrmann, la brava e gentile proprietaria dell’azienda vinicola, è tedesca e nel 2001 ha acquistato questa tenuta a Serralunga di Crea, nel basso Monferrato, spinta dall’amore per il vino e per la terra piemontese. A lei va la nostra stima per il suo coraggio e il ringraziamento per averci fatto scoprire e assaggiare questo Grignolino che ambisce a diventare un grande vino da invecciamento.
Dal grignolino al Monferace
Il Grignolino è un vitigno tipico del Monferrato casalese e ha una storia antica. Pensate che le prime testimonianze della sua esistenza risalgono al XIII secolo. Il termine Grignolino potrebbe derivare da grignole, termine astigiano per indicare i vinaccioli, i semi degli acini molto numerosi in questa varietà, oppure da grignè perché l’elevata tannicità di questo vino farebbe un po’ digringnare i denti. Ci piace quest’ultima definizione perché il Grignolino è da sempre considerato un vitigno ribelle, difficile da coltivare, dallo spirito selvatico. Basti ricordare che il grande Veronelli amava definirlo Testabalorda.
Pur essendo stato apprezzato nei secoli scorsi da grandi re e bevuto regolarmente alla corte dei marchesi del Monferrato (uno degli ultimi grandi estimatori fu Gianni Agnelli), non ha goduto negli ultimi anni del rispetto che meriterebbe ed è stato scavalcato nei gradimenti da altri vini locali fino ad essere considerato un vinello da tavola.
Da queste parti però molti sanno che il Grignolino ha una storia lunga e nobile e non credono che il suo spirito ribelle basti a relegarlo in questo ruolo. Quindi è successo qualcosa di magico e raro da queste parti: 12 aziende vinicole della zona, mettendo da parte la competizione, si sono impegnate a lanciare la produzione di un Grignolino d’eccellenza per ristabilirne l’immagine a livello nazionale e internazionale. Ma non solo, si sono impegnate a creare un progetto di territorio, che vada al di là dell’attività vinicola e abbia lo sguardo sul lungo periodo per il rilancio turistico della zona.
L’Associazione Monferace
L’Associazione che guida il progetto è nata nel 2016 con l’intento di promuovere e diffondere il progetto Monferace. Oltre ad occuparsi della comunicazione e ad organizzare eventi correlati, ha stilato un rigidissimo disciplinare per i produttori del Monferace e per chi ambisce a diventarlo. I vigneti devono essere circoscritti in una determinata zona e avere precise caratteristiche geomorfologiche. Sono regolamentati anche i metodi di vendemmia e la resa massima è fissata a 7 tonnellate l’anno. Naturalmente è consentito l’utilizzo di sole uve Grignolino e l’imperativo è la qualità perché, come recita il sito dell’associazione, il Monferace viene prodotto solo nelle annate migliori.
Le caratteristiche del vino
Il Monferace ha un affinamento di 40 mesi, di cui almeno 24 in botte di legno. Ha una grande bevibilità, è fresco, dai tannini piuttosto dolci e con sentori di frutti di bosco. Consigliamo una temperatura di servizio di 16-18°. Perfetto da abbinare alle carni rosse.
Per i consigli su su cosa fare nella zona di produzione del Monferace leggete questo articolo